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L’incontro tra padre e figlio: una storia millenaria

Mi piace onorare la giornata di oggi in due modi (oltre che con un post intimo di poco fa).

Il primo è l’immagine sopra. Non è facile fare il papà, prima che il padre, in molte parti del mondo. Come padre, non posso non pensare oggi ai padri che temono ogni giorno per la vita dei loro figli. Posso anche solo immaginare il loro dolore.

Il secondo è il racconto di un famoso incontro tra padre e figlio, padre e figlio che sono stati lontani per tanto tempo:

Suo figlio era sbalordito quando lo vide, e distolse lo sguardo per paura che stesse guardando un dio.

-Straniero- disse- sei improvvisamente cambiato da quello che eri un momento o due fa. Hai vestiti diversi ed un colorito diverso. Sei uno degli dèi che vivono in cielo? … Abbi pietà di me “.

Ulisse gli disse: – Io non sono un dio, perché mi scambi per uno di loro? Io sono tuo padre, il padre per il quale sei afflitto e soffri così tanto per le mani di uomini senza legge-

Appena parlato, egli baciò suo figlio, e una lacrima scese dalla sua guancia a terra, dopo aver trattenuto tutte le lacrime fino a quel punto.

Ma Telemaco non può ancora credere che sia suo padre. Dice:

Tu non sei mio padre, ma un qualche spirito che mi sta illudendo con vane speranze. Vane speranze che mi porteranno ad essere poi ancora più triste. (Ndr, ometto del testo) –

Ulisse risponde:-  Telemaco, non stupirti che io sia qui. Non c’è nessun altro Ulisse che verrà dopo di me. Sono proprio io, che dopo lungo peregrinare e tante imprese sono tornato a casa, dopo vent’anni (Ndr, ometto del testo) –

Appena finì di parlare, si sedette e Telemaco si gettò tra le braccia del padre e pianse.

Erano entrambi talmente commossi che gridarono ad alta voce come aquile o avvoltoi dagli artigli ritorti quando vengono derubati dei loro piccoli dai contadini.

Così si misero a piangere, e il sole sarebbe sceso sul loro pianto….”

Non ho trovato una traduzione italiana online decente (del Libro XVI dell’Odissea) e quindi ho dovuto rendere un po’come ho potuto.

Ma il senso è chiaro e sono cose che ho visto con i miei occhi.

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La mia festa del papà

Oggi è anche la mia festa. Come è altrettanto vero che è la festa di milioni di altri papà in Italia, e miliardi se consideriamo il mondo. E’la nostra festa, come è quella dei nostri padri. Perché anche se si diventa padri e uomini, si è sempre anche figli.

Si polemizza tanto sulle feste del papà, della mamma, cui più recentemente si sono aggiunte le feste della donna, dei nonni e forse altre di cui non tengo conto. Facile rilevare la perdita del carattere religioso e la progressiva commercializzazione. Allo stesso tempo, io credo che queste festività ritornano perché serve all’essere umano celebrare queste parti dell’esperienza umana. Erano presenti già prima del cristianesimo; ne abbiamo bisogno ancora. Semmai, la riflessione è perché questo profondo richiamo alla sacralità non riesca più ad essere soddisfatto dal cristianesimo e, soprattutto, se le attuali forme celebrative rispondano a questa necessità dell’anima.

Personalmente, nella vita di oggi, anche se sono festeggiato nella mia famiglia e ho, come ho potuto, festeggiato mio padre, sento che c’è molto che manca. Manca lo spazio e il tempo per stare con mio padre, e con tutto quello che mio padre vuole dire per me. C’è poco tempo per permettere ai figli di festeggiare il loro padre, che sarei poi io. Manca ovviamente anche il luogo per stare, semplicemente, con altri padri.

Però, la gioia è grande. Per i figli diventare papà o mamma è un grande obiettivo, un futuro bello e comprensibile. Quindi la festa è sentita.

Io, dentro di me, sento anche quanto diverso sia stare al posto del festeggiato oggi rispetto al mio compleanno. Oggi non si festeggia me nella mia totalità ed invididualità, ma una straordinaria parte della mia esperienza umana, che è intimamente mia, ma è anche condivisa con mio padre e con i padri di oggi e di sempre. Allo stesso tempo, lo scambio d’affetto con mio padre mi fa inchinare interiormente il capo per ricevere la sua benedizione.

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